MEMORIE DEL PRESBITERIO SCENE DI PROVINCIA
alla sonnolenta critica letteraria del bel Paese v'hanno due componimenti sovra cui piovve con rara abbondanza la lode; la lode che è per l'anima di un
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Si chiamava Angelo De Boni. La sua famiglia, oriunda di Zugliano, il capo-luogo del circondario, era un tempo fra le più agiate di quelle valli
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volta da un sogno, ho parlato troppo forte, l'ho risvegliato. Baccio, che in meno d'un baleno era salito e ridisceso, mi appoggiò la bocca all'orecchio
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mi legava a quei luoghi. Le poche settimane colà passate rappresentavano per me un lungo e notevole periodo della mia vita. Un villaggio è spesso un
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E un dramma sognai, molti drammi sognai, come appena ebbi raggiunto il letto e chiusi gli occhi che, dopo tante emozioni, ne avevano davvero bisogno
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Passarono parecchi anni; ed io pure alle volte dimenticai i miei amici di Sulzena e di Zugliano. Un giorno che passavo da Varallo, mi prese ad un
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Curvo sul bacino da cui esalava un acre odor di sapone, prova che quella sera le comari avevano fatto il bucato, egli teneva le braccia, nude fino
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sulle spalle, e un buon angelo mi guidava - un angelo che adesso chi sa dove è andato a nascondersi. Allora io vedevo e sentivo; splendore di cielo
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sedere per liberarmi alquanto i polmoni dall'afa dell'incenso. Il sindaco diceva: - Vado a casa a prendere un libro dove si prova, come due e due fanno
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. - Il dottore! sclamò Bazzetta. e, vuotato d'un fiato un altro bicchiere, s'alzò, scosse dalla giubba le ceneri della pipa e si avviò verso la porta
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che tornerà di buon umore. - Non c'è stato da quasi un mese; quella passeggiata gli fa sempre un gran bene. Il sagrestano si fregava le mani
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verde che uscia da un buco dell'imposta. Pochi istanti dopo, un rumor di passi si avvicinò e una vocina fievole chiese chi fosse. - Son Baccio. E la
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assorto in gravi riflessioni; non ardii frastornarlo. Ma dopo qualche tempo si volse e mi vide. Pareva calmo; con un cenno del capo m'invitò a venirgli
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se ti tocca, parla. Queste parole «di color oscuro» erano sussurrate dietro un piccolo uscio che metteva al porticato. Le interlocutrici - me ne
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Mi decidevo a seguire la miserevole coppia, pronto a mettermi in mezzo se le percosse dell'aguzzino si fossero ripetute, quando un improvviso
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Tuttociò che aveva visto e inteso in quei due giorni mi sconvolgeva la testa: sentivo un vivo desiderio di raccoglimento, di riflessione. Cosa
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Una delle più care soddisfazioni che si possano provare viaggiando, è quella del ritrovarsi, dopo un buon sonno, in un paese dove si è giunti di
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al mio fianco; e ancora, fra un boccone e l'altro, scappava via a dare una occhiatinina (egli aveva il gusto dei diminutivi) ai fornelli. A volte, era
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straordinaria solennità, come un cataclisma. Tutto il villaggio era preso dalla più viva ansietà. La mattina, in chiesa, era facile notare nell'uditorio una
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lunghi di marmo bianco, levigatissimo. Un muricciuolo girava tutto all'intorno; in esso erano praticati de' sedili, e vi pioveva ombrie profonde una fila
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A questo passo il mio amico ed io ci guardammo l'un l'altro ad un tempo e un sentimento di incredulità e di sorpresa dovette trasparire dai muti
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sotto terra. Hanno un bel dire, ma adesso infracidisce nella sua cassa, Mi voleva tanto bene, e ce ne volevo tanto a lei! ... Scusi, signor pittore
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, una indicibile malinconia mi circondava come un abito bagnato. Dissi al farmacista: - Non incomodatevi più a lungo; il pranzo del sindaco vi aspetta
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dell'agonia continuavano. - Sei colta all'improvviso, non è vero, poveretta? Hai detto a questo signore l'abbondanza dei nostri paesi? - Oh! è un
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il calcolo che ne aveva ancora abbastanza per non temere, per un anno almeno, la fame, riunì in un pacco le molte lettere di raccomandazione che gli
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Un messo venne ad annunziare al brigadiere l'arrivo del procuratore del re. Perciò, lasciati due dei suoi a custodia dell'arrestato, egli mosse
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quell'imbroglio, non fosse un sogno: non aveva più incontrato nè il sindaco, nè il Bazzetta. Non vedevo che i miei ospiti. Sempre gli stessi volti, sempre le
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veglia e il sonno, mi somigliarono ai colpi di un martello che mi battesse sulla nuca. I galli, sparsi qua e là nelle soffitte e nelle cantine
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«Noi siamo di Castelletto sulla riva destra del Ticino. «Nostro padre faceva il pescatore, il barcaiuolo tra Sesto Calende e il nostro paese e un po
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tabernacolo d'argento. Cantavano il tantum ergo inno di lode, dalle intonazioni gravi e melanconiche come tutti gli altri della chiesa. Un solo popolo
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tempo stesso colorito di un uomo di mondo che discorre di cose serie. A parte la speciale gravità delle circostanze, il suo racconto era per sè stesso
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voleste aver la bontà di farmi un po' di lume, ve ne sarei obbligato. Io adoro la polizia .... urbana, l'unica che manchi a Sulzena. Comprese la